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Tratto da procida.blogolandia.it - 26 gennaio 2009
{mosimage} Per il biologico non c’è crisi economica. Gli italiani non rinunciano ai prodotti alimentari certificati bio e preferiscono andare a fare acquisti direttamente nelle aziende agricole, negli spacci aziendali: sono le tendenze del settore del biologico indagate dal Rapporto Bio Bank 2009, basato sui dati di oltre 7.000 operatori del settore.
Le porte delle aziende bio sono sempre più aperte, apertissime. Lo sviluppo del rapporto diretto tra chi produce e chi consuma domina infatti la scena nazionale del biologico, con la vendita diretta che si espande nelle sue varie forme.
Lo rivela il Rapporto Bio Bank 2009, che nasce dall’elaborazione dei
censimenti diretti effettuati presso oltre settemila operatori, appena
pubblicato su Tutto Bio 2009. Il Rapporto disegna due mappe distinte e
complementari del biologico nazionale: la prima per numero assoluto, la
seconda per densità di operatori. Traccia inoltre le tendenze del
settore analizzando l’andamento del numero assoluto di operatori nel
triennio 2006-2008.
Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana si confermano le tre regioni leader
per numero assoluto di operatori. La classifica viene redatta
assegnando tre punti ad ogni primo posto, due per il secondo, uno per
il terzo.
La Lombardia, che supera per la prima volta l’Emilia-Romagna con un
totale di 14 punti, ha il medagliere con più ori. Quattro i primati:
per numero di gruppi d’acquisto solidale, mercatini, negozi
specializzati, ristoranti. In pratica, da uno su quattro a uno su sei
di queste quattro tipologie di operatori, si trova in Lombardia. Al
secondo posto, con 12 punti, l’Emilia-Romagna, che conferma l’oro solo
per le mense, l’argento per ristoranti, agriturismi, vendita, diretta,
mercatini, il bronzo per l’e-commerce. Ma continua ad essere l’unica
regione, fra le altre, che entra in classifica in sei tipologie, a
conferma di una presenza diffusa del biologico sul territorio. Al terzo
posto, con 9 punti, la Toscana, prima per vendita diretta e
agriturismi, seconda per gruppi d’acquisto e terza per mense.
La classifica cambia totalmente prendendo in esame le regioni che hanno
il maggior numero di operatori ogni 100.000 abitanti. In testa
l’Umbria, con 11 punti, che domina la classifica con tre primati: per
vendita diretta, agriturismi ed e-commerce e guadagna un secondo posto
per mercatini. A parità di punteggio la Valle d’Aosta con il primato
per negozi ed e-commerce, seguiti al secondo posto da mercatini e
ristoranti, ed al terzo dai Gas. Infine le Marche, con 9 punti, che
primeggiano per ristoranti, e raggiungono il secondo posto per vendita
diretta, agriturismi e gruppi d’acquisto.
Nell’ultimo triennio è lievitato soprattutto il numero delle attività
legate alla filiera corta, con tassi di crescita a due cifre.
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