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tratto da l'eco di bergamo - 21 settembre 2009
{mosimage} Accorciare la filiera e avvicinarsi al consumatore finale: questo è l’obiettivo degli spacci aziendali, storica formula di vendita diretta che Confcooperative Bergamo ha recentemente promosso in occasione della Fiera di Sant’Alessandro di Bergamo, una delle manifestazioni più importanti a livello nazionale nel settore dell’agricoltura e della zootecnia.
Oltre a essere un importante momento di commercializzazione diretta sul territorio, gli spacci delle cooperative si stanno ritagliando una fetta sempre più importante del mercato. La formula ha infatti trovato una larga diffusione su tutto il territorio nazionale e regionale: da una recente ricerca della
Regione Lombardia emerge che l’11% delle aziende agricole (circa 6.500) ha adottato forme di vendita diretta senza intermediari. La produzione agroalimentare venduta direttamente dalle aziende lombarde ha raggiunto circa 387 milioni di euro: un valore che rappresenta il 6% della produzione lorda vendibile regionale.
Anche dal punto di vista della domanda, l’incidenza degli acquisti diretti delle famiglie lombarde sui consumi alimentari ha raggiunto l’1,7%, pari a una spesa media mensile di quasi 6 euro per nucleo familiare. Quasi la metà delle aziende sfrutta le occasioni di vendita offerte da sagre e feste di paese o a mercati misti di tipo rionale. Ma non solo: durante la tre giorni della Fiera di Sant’Alessandro a Bergamo, Confcooperative Bergamo è scesa in campo per valorizzare i prodotti bergamaschi di 10 cooperative agricole associate, principalmente del settore lattiero-caseario.
In fiera sono stati degustati i prodotti tipici della Cooperativa agricola S. Antonio di Vedeseta (Valtaleggio), Latteria sociale di Calvenzano, Latteria sociale di Branzi, Cooperativa dei produttori agricoli della Valle Seriana di Casnigo, Latteria sociale Valle di Scalve di Vilminore, Cooperativa agricola Monti e Laghi di Vigolo, Latteria cooperativa di Valtorta, Latteria cooperativa consorzio produttori di Torre Pallavicina, Cooperativa cantina sociale bergamasca di San Paolo d’Argon e Cooperativa cantina sociale Valle San Martino di Pontida.
«Alla ricerca della genuinità negli spacci delle cooperative bergamasche» è lo slogan dell’iniziativa promossa da Confcooperative Bergamo che proprio in occasione della Fiera dedicata al mondo agricolo ha voluto mettere l’accento su questa formula di vendita diretta che a Bergamo ha una lunga tradizione. La cooperazione agroalimentare ha infatti come caratteristica il radicamento al territorio e il legame stretto con gli agricoltori soci.
Gli spacci delle cooperative si sono diffusi per rispondere a diversi bisogni, primo su tutti quello di valorizzare il territorio e i suoi prodotti offrendo un ulteriore contributo alla vendita e svolgendo un’azione formativa e divulgativa dell’attività agricola. In tempi dove gli scandali alimentari si susseguono creando paura e incertezza al consumatore, sempre più attento alla qualità dei prodotti e alla loro origine certificata, le cooperative alimentari possono di fatto garantire un elemento fondamentale sulla tracciabilità e sulla qualità dei prodotti.
Una formula che trova riscontro non solo tra i consumatori ma anche dagli stessi produttori che devono fare i conti con la difficile congiuntura economica del momento, oltre al continuo aumento dei prezzi e alla sempre più forte concorrenza straniera che in questi anni ha creato maggiori difficoltà di accesso al mercato finale, da sempre uno dei principali fattori di criticità per la capacità competitiva del sistema agricolo.
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